mercoledì 31 ottobre 2007

Per la festa di Ognissanti: gattò di Santa Chiara (anche Club Sale&Pepe)


La luce che filtra dalle finestre della scuola elementare del mio paese in questo periodo è stranamente arancione. Zucche di carta dai ghigni poco rassicuranti annunciano l'arrivo di un nuovo Halloween. Eppure se da bambina mi avessero chiesto se conoscevo Halloween avrei sicuramente risposto sgranando gli occhi: "Allò che?". E, sinceramente, la mia risposta oggi non sarebbe tanto diversa... Certo se sapessi che vestendomi da zombi di cartaigienica potrei sperare di ricevere gli splendidi dolcetti che ho visto oggi sulle pagine di altri foodblogger (come le fave una-tira-l'altra triestine di tuki o i muffin di Imma), forse potrei anche convertirmi a questa festa... :)
Ad ogni modo, siccome domani è la festa di Ognissanti, ho pensato ad una ricettina per l'occasione... il gattò di Santa Chiara, appunto.
Gateau per me fa rima con patate (non proprio una rima baciata...), mentre questo gattò fa rima con focaccia. Sì, perché questo piatto della tradizione napoletana assomiglia più ad una morbidissima focaccia che ad uno sformato di patate.
Qui di seguito la ricetta presa dal numero di novembre di Sale&Pepe, ricetta che ho inviato anche a Tulip per il Club Sale&Pepe.


Ingredienti per 4-6 persone (più 4 che 6!)
125 gr di patata
250 gr di farina
125 gr di mozzarella
100 gr di prosciutto cotto a fette
2 uova
20 gr di lievito di birra
50 gr di burro (la ricetta originale prevede 50 gr di strutto)
un cucchiaino di zucchero
olio
sale

Preparazione
Sciogliere il lievito sbriciolato con lo zucchero in mezzo dl di acqua tiepida. Aggiungere 100-110 gr di farina (la ricetta originale prevede 4 cucchiai) e impastare. Unire un pizzico di sale e continuare a lavorare il panetto. Coprirlo con un foglio di pelliccola o con uno strofinaccio e lasciare lievitare in un luogo tiepido per 45 minuti.

Lavare la patata e metterla in una pentola con acqua fredda. Cuocerla per 40 minuti, calcolati dal momento dell'ebollizione. Scolarla, pelarla e passarla allo schiacciapatate.

Tagliare la mozzarella a dadina e il prosciutto a striscioline.

Disporre la farina rimasta a fontana e mettere al centro la patata schiacciata, il burro (o lo strutto), le uova e il panetto lievitato. Impastare per almeno 5 minuti.

Aggiungere il prosciutto e la mozzarella e lavorare ancora.

Rivestire uno stampo da 22 cm (io ne ho usato uno da 24 cm a cerniera) con la carna da forno. Versare l'impasto preparato e coprirlo con un foglio di pellicola leggermente oliato.

Lasciare lievitare per un'ora.

Togliere la pellicola e cuocere il gattò nel forno caldo a 180° per 40 minuti.
Servire tiepido.





Io l'ho servito come antipasto insieme a dei salumi piacentini e a delle mini quiche di verdure. La birra nella foto è una Panil Barriqueè, birra scura a tripla fermentazione.
Cat

lunedì 29 ottobre 2007

Focaccia dolce con uva fragola

Non so se in questi giorni troverete ancora dell'uva fragola, ma se non fosse, potete fare questa focaccia dolce anche senza alcun tipo di frutta (come ho fatto anch'io) perchè è deliziosa. In caso, l'idea della frutta vi piaccia potete provare a sostituire l'uva fragola con qulache altro frutto....a vostra scelta.

Per la pasta della focaccia :
farina "2" 200 gr
farina di manitoba 300 gr
acqua 250 gr
olio 50 gr
sale 10 gr
lievito fresco 15 gr

Per la "farcitura":
olio evo- 5 cucchiai
uva fragola 500 gr
zucchero di canna- 150 g

Per prima cosa fate la pasta per la focaccia (io ho usato la mia solita MdP, utilizzando il programma solo dell'impasto, che dura 1 ora e 30 minuti).
Quando sarà pronta lavoratela con 50 g di zucchero di canna e 5 cucchiai d'olio evo, quindi stendete metà della pasta in una teglia e cospargetela con metà dei chicchi d'uva che avrete precedentemente lavato, asciugato e tagliato a metà in modo da poter togliere i semini.

Con l'altra metà dell'impasto fate un secondo strato e cospargetelo con l'altra parte d'uva, col restante zucchero e con un filo d'olio.
Mettete quindi la focaccia in forno per almeno 1/2 ora a 180°; quando sarà pronta fatela raffreddare, tagliatela a pezzi e servite!

sabato 27 ottobre 2007

Torta di rose salata



Questa torta di rose salata è stata preparata dalla mia bellissima cognatina (ciao Roby!) che sperimenta sempre nuovi e deliziosi manicaretti. E la manina che tocca incuriosita la fetta è quella di uno dei miei adorati nipotini.

La ricetta è stata fatta con il Bimby ed è stata presa da un blog di ricette per il Bimby. La ricetta è comunque facilmente adattabile anche per le persone che, come me, soffrono di una strana allergia per i robot da cucina. Chi non ama il gusto amarognolo del radicchio, può sostituirlo con dei cipollotti o con qualsiasi altro ingrediente.

Ingredienti

Per la pasta:
350 gr farina,
30 gr olio evo,
150 gr latte,
1 cubetto di lievito di birra,
3 tuorli,
un pizzico di sale.

Per il ripieno:
350 gr radicchio rosso (veronese),
100 gr speck,
50 gr formaggio tipo provola,
50 gr fontina,
1 scalogno,
20 gr olio evo,
sale e pepe q.b. .


Preparazione (con il Bimby)

Per il ripieno: lavare il radicchio, asciugarlo e tagliarlo a pezzetti.

Tagliare a cubetti provola e fontina, tritarli (5 sec. vel. 7.) e metterli da parte.

Tritare scalogno e speck (5 sec. vel. 7.) e metterli da parte.

Mettere nel boccale l'olio e rosolare (3 min. 100° vel. 1.). Unire il radicchio (5 sec. vel. 5.). Aggiustare di sale e pepe, continuare a cuocere per altri 5 min. (temp. Varoma vel. 1.). Togliere e mettere da parte.

Preparare la pasta: versare nel boccale tutti gli ingredienti per impastarli (3 min. vel. Spiga).

Stendere la pasta, piuttosto sottile, su un foglio di carta forno. Spalmarla con la farcia di radicchio e formaggio. Arrotolare la sfoglia formando un cilindro. Tagliare dei tronchetti di 4 cm. di altezza, chiuderli nella parte inferiore, sistemarli in una teglia distanziati l'uno dall'altro e lasciarli lievitare per circa 1 ora.

Quando i tronchetti si congiungono la lievitazione è completa. Cuocere in forno caldo a 180° per 30 min. circa.








Insieme alla torta di rosa salata (oltre a vari salumi piacentini e bollito di manzo e cappone con mostarda) abbiamo mangiato:





Anolini in brodo









Cheesecake




Torta al cioccolato con ripieno di crema di nocciole e panna montata






Cat

giovedì 25 ottobre 2007

Tiramisù macrobiotico!!!


Ingredienti:
1 confezione di biscotti secchi,
1 pacco di gallette di riso,
latte di riso q.b.,
un pizzico di vaniglia,
1 vasetto di amasake di riso,
2 cucchiai di farina di mandorle,
2 cucchiai di crema di mandorle,
caffè di cereali solubile.


Bagnate i biscotti e le gallette con il caffè precedentemente preparato con il solubile e il latte di riso.
Frullate l'amasake, la crema di mandorle e la farina di mandorle ottenendo una crema densa.
In una terrina disponete i biscotti bagnati, ricopriteli di crema e continuate così alternando biscotti e gallette per due o tre strati, finendo con la crema.
Lasciate riposare in frigo per alcune ore e servite guarnendo con granella di nocciole.

sabato 20 ottobre 2007

Torta della Madonna (ovvero Torta di Compleanno di Mio Fratello)





Ci sono cose che in una famiglia si tramandano di generazione in generazione. Può essere un copriletto fatto ad uncinetto da una nonna, può essere una scatola piena di lettere o può essere una ricetta scritta su un foglio di quaderno:





Per la pasta:

500 gr di farina 00
500 gr di fecola
450 gr di zucchero
450 gr di burro morbido
7 tuorli
2 bustine di lievito per dolci

Per il ripieno:
500 gr circa di marmellata di albicocche
cacao
250 gr di mandorle
2 albumi
150 gr di zucchero a velo
amaretti
liquore Alkermes (o altro liquore dolce)


Preparazione
Preparare la pasta amalgamando burro morbido, tuorli e zucchero. Poi aggiungere farina, fecola e lievito. Metterla in frigo a riposare per qualche ora o anche per tutta la notte. Tritare le mandorle e farle tostare in una padella con un cucchiaio di zucchero e una noce di burro. Lasciare raffreddare.

Montare 2 albumi insieme a 150 gr di zucchero a velo e poi aggiungere le mandorle tritate.

Prendere la pasta e procedere come segue:


1 - foderare una tortiera con uno strato di pasta (la pasta è delicatissima quindi non preoccupatevi se si rompe) cercando di salire lungo i bordi;

2- stendere uno strato di marmellata di albicocche

3- stendere uno strato di pasta

4- stendere la fiocca con le mandorle

5- ricoprire tutta la superficie con gli amaretti inbevuti nell'Alkermes

6- stendere un ultimo strato di pasta.


Infornare a 160° per un'ora.



La torta della foto è una Torta della Madonna in miniatura poiché ho dimezzato le dosi della pasta. In realtà la torta deve essere alta il doppio rispetto a quella della foto (quindi gli strati di pasta non devono essere sottili, ma devono essere spessi almeno 1 cm).

Cat



giovedì 18 ottobre 2007

Polpettine verdi


Ingredienti per 4 persone:

200-300 gr di spinaci; 200-300 gr di erbette o biete; 2 uova; 160 gr di mollica di pane fresco; 30 gr di grana grattuggiato; maggiorana; farina bianca

400 gr di polpa di pomodoro a pezzetti; mezza cipolla; un pizzico di zucchero; olio, sale, pepe


Preparazione

Tritate la mollica nel mixer. Impastatela con le uova e il formaggio grattuggiato.

Lavate le erbette e gli spinaci e cuoceteli con la sola acqua del lavaggio e una presa di sale per 3-4 minuti. Scolateli, strizzateli e tritateli.

Mescolate le erbette e gli spinaci con il composto di pane, uova, grana, la maggiorana, il sale e il pepe. Formate delle polpettine, passatele nella farina e fatele rosolare in una padella unta d'olio evo per una decina di minuti (oppure fatele friggere in abbondante olio caldo per 5 minuti).

Tritate la cipolla e fatela imbiondire in una casseruola con un po' di olio evo. Aggiungete il pomodoro, un po' d'acqua, una presa di sale e lo zucchero. Cuocete la salsa per circa 30 minuti.

Adagiate un po' di salsa sul fondo del piatto, appoggiatevi sopra le polpettine e servite.

mercoledì 17 ottobre 2007

Crumble di frutta

I crumble mi hanno sempre ispirato....questa è la versione dolce...più avanti sperimenterò quella salata!
E' un piatto da mangiare subito o comunque in giornata, perchè altrimenti i fiocchi si ammorbiscono e perdono la loro caratteristica croccantezza.


Ho tagliato a pezzetti una mela, una pera e una banana, poi ho aggiunto dell'uvetta ammollata e delle mandorle a pezzetti. Ho distribuito il tutto su una teglia da forno.
A parte ho sbriciolato con le mani dei fiocchi di cereali misti, gli ho aggiunto del malto di mais e un filo di olio di mais e delle scagliette di cioccolato. Dopo aver mischiato con le mani ho distribuito il composto sulla frutta nella teglia.
Infornare a 180° per una ventina di minuti o comunque fino a quando il tutto risulterà croccante.

Discorso di Steve Jods a Stanford, 12 Giugno 2005 - STORIA TRE

La terza storia parla della morte.

A 17 anni lessi una frase che diceva all'incirca così: "Se vivete ogni giorno della vostra vita come se fosse l'ultimo, un giorno o l'altro avrete sicuramente ragione". Mi impressionò profondamente e, da allora, per tutti questi 33 anni, ogni mattina mi sono guardato allo specchio e mi sono chiesto: "Se fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei fare proprio quello che ho in programma di fare?" Tutte le volte che mi sono risposto di no per troppi giorni di seguito, ho saputo che era il momento di cambiare qualcosa.

Ricordarmi che prima o poi sarei di sicuro morto è stato il mio strumento più prezioso per compiere le scelte importanti della mia vita. Perchè le aspettative degli altri, l'orgoglio, la paura di esporsi alla vergogna e di fallire, tutto questo sparisce di fronte alla morte e rimane soltanto cià che conta davvero. Ricordarsi che si deve morire è il modo migliore che conosca per evitare la trappola di credere che abbiamo qualcosa da perdere. Siamo già nudi. Non esistono ragioni per cui non seguire il proprio cuore.

Circa un anno fa mi hanno diagnosticato un cancro. Feci una TAC alle 7 e mezza della mattina: il tumore al pancreas era lì, evidente. Io non sapevo neanche cosa fosse il pancreas. Il medico mi disse che era quasi sicuro che fosse un tumore incurabile e che mi rimanevano da vivere tre o al massimo sei mesi. Mi disse di andare a casa e sistemare le mie cose, che nel codice dei medici, significa: preparati a morire. Significava: trova un modo per dire in pochi mesi ai tuoi figli tutto quello che avresti voluto dire loro nei prossimi dieci anni. Significa: sii certo di aver sistemato tutto per bene, per semplificare al massimo le cose della tua famiglia. Significa: vai a salutare le persone che vuoi salutare.

Trascorsi tutta la giornata in compagnia di quella diagnosi. Poi, la sera, feci una biopsia, ovvero mi infilarono un endoscopio in gola, che attrversava lo stomaco e l'intestino e infilarono un ago nel pancreas per prelevare poche cellule tumorali. Ero sotto anestesia, ma mia moglie, che era lì, mi ha detto che quando videro le cellule al microscopio i medici iniziarono a piangere perchè il mio era una forma rarissima di tumore al pancreas curabile con un intervento chirurgico. Sono stato operato e ora sto bene.

E' stata l'occasione in cui mi sono avvicinato di più alla morte e spero che rimanga tale ancora per qualche decennio. Essendo sopravvissuto a questo, sono ancora più sicuro della certezza di quello che dico, rispetto a quando la morte era soltanto un concetto utile ma puramente astratto.
Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso, non vogliono morire per andarci. Però la morte è proprio la nostra comune destinazione. Nessuno ne è mai sfuggito. Ed è esattamente così che le cose devono andare, perchè la morte è la più grande invenzione della vita. E' il più potente agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per lasciare posto al nuovo. Adesso, in questo momento, il nuovo siete voi ma un giorno, non troppo lontano, comincerete a diventare il vecchio e sarete spazzati via.

Il vostro tempo è limitato, non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare da nessun dogma, ovvero non vivete prigionieri delle conclusioni di un pensiero altrui. Non lasciate che il rumore delle opinioni degli altri soffochi la vostra voce interiore. E, soprattutto, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e il vostro intuito. Sanno già, a modo loro, ciò che volete davvero diventare. Tutto il resto è secondario.

Siate affamati. Siate sconsiderati. Ho sempre voluto esserlo. E adesso, che vi state laureando per iniziare qualcosa di nuovo, auguro lo stesso a voi.

lunedì 15 ottobre 2007

Torta Bertolina (con uva fragola)


Adoro l'uva fragola...e in questo periodo amici e colleghe, fortunatamente, me ne stanno regalando in gran quantità.

La prima cosa che ho deciso di fare è questa torta, di origine cremasca, che viene chiamata la "Bertulina". Un nome strano che designa una torta dalle povere origini, che viene preparata solo in questo periodo perché è a base di uva appunto e più precisamente di uva fragola.

Ingredienti:
600 gr.di uva fragola,
350 gr.di farina "0",
150 gr.di farina di mais,
un cucchiaio d'olio,
75 gr.di zucchero di canna,
1 bustina di cremor tartaro o lievito per dolci,
sale
a piacere aggiungere delle gocce di vaniglia

Mescolare le farine con 3/4 dello zucchero, il lievito e il sale.
Impastare con acqua fino ad ottenere un impasto morbido e metterlo a lievitare per circa un'ora; nel frattempo sgranate e lavate l'uva, tagliatela a metà e pulitela dai nocciolini e poi incorporatela nella pasta lievitata e mettete a lievitare per altri tre quarti d'ora.
Spennellate d'olio la tortiera e mettevi il composto, spolverizzatelo con lo zucchero rimanente ed infornate per 45 minuti a 180°.

giovedì 11 ottobre 2007

Auguri Big Brother!


Per adesso accontentati di una fettina,
per il resto della torta...

Gusto balsamico


Sabato, alla rassegna "Gusto balsamico" di Modena, ho comprato il primo aceto balsamico tradizionale della mia vita. E ho scoperto che la differenza tra l'aceto balsamico e l'aceto balsamico tradizionale è abissale.

Il balsamico tradizionale deve avere tre ingredienti essenziali: mosto cotto, legni diversi e tempi molto lunghi (circa 25 anni). Ne consegue che la differenza di prezzo è altrettanto abissale: in media l'aceto balsamico tradizionale (invecchiato 25 anni) costa 70 euro ogni 10 cc (ogni bottiglietta è numerata e certificata dal Consorzio).

Per quanto riguarda la sua preparazione, si utilizza il mosto cotto (quasi tutti usano quello di vino bianco, anche se i disciplinali ammettono anche l'uso di mosto da vino rosso) e ristretto, che viene messo in una botte madre e da lì, attraverso piccoli travasi successivi, in botti più piccole di legno diverso, dal rovere fino ai più aromatici ciliegio o sambuco.

Oltre a quello invecchiato 25 anni (riconoscibile dal tappo dorato), si può acquistare anche quello affinato, ovvero invecchiato circa 12 anni (riconoscibile dal tappo argentato). La consistenza è meno corposa e il gusto è un po' più acetato. Ho assaggiato anche un aceto invecchiato 40 anni, la densità era sicuramente maggiore (mi spiegava un signore del consorzio che se si infila un cucchiaino in una botte di aceto invecchiato 100 anni il cucchiaino rimane in piedi da solo!), ma ad una prima sensazione di dolcezza è seguito un gusto metallico e una sensazione allappante.

L'aceto balsamico di Modena (quello, in pratica, che si trova anche al supermercato) ha, invece, una preparazione industriale: si utilizza sempre il mosto cotto ma con processi di acetificazione rapidi (bastano anche 48 ore) e inoltre è consentito l'uso di caramello.

mercoledì 10 ottobre 2007

Club S&P: Spezzatino di pollo alle mandorle e pinoli


Questa meravigliosa ricetta l'ho presa dal numero di Sale & Pepe di ottobre: è una ricetta veloce ed estremamente gustosa. Io, poi, adoro gli abbinamenti di sapori salati con ingredienti dolci.

Gli ingredienti sono per 4 persone:
2 scalogni
800 gr petto di pollo
farina
mezzo bicchiere di brodo
una bustina di zafferano
60 gr mandorle
60 gr di pinoli
80 gr di prugne secche snocciolate
20 gr di burro
olio evo
sale e pepe

1.Tritate gli scalogni e riducete le prugne secche a pezzettini. Scaldate il burro e 2 cucchiai d'olio in un tegame, unitevi gli scalogni e fateli soffriggere finchè saranno appassiti, poi toglieteli dalla pentola e teneteli da parte.

2.Tagliate il petto di pollo a pezzetti, infarinatelo, quindi rosolatelo nel tegame fino a che sarà ben dorato. Unite al pollo il soffritto di scalogno, le mandorle, i pinoli e mescolate bene il tutto per fare insaporire; poi bagnate con il brodo e lasciate cuocere a fuoco dolce per 15 minuti.

3. Prelevate un mestolino del fondo di cottura e stemperatevi lo zafferano.
Aggiungete al pollo le prugne secche e lo zafferano, mescolate e cuocete per altri 5 minuti. Regolate di sale e pepate.
Trasferite lo spezzatino nei piatti individuali, guarnite, se vi piace, con prezzemolo tagliuzzato e una spolverizzata di zafferano e servite.

Il pollo è piaciuto molto ai miei commensali, l'unica variante che avrei apportato (e che apporterò la prossima volta) è quella di aggiungere del curry alla farina per l'impanatura del pollo per renderlo più saporito.

Tulip inoltre chiede nel regolamento, che venga detto quale sezione della rivista è piaciuta di più e quale di meno. Bene, ho apprezzato moltissimo la sezione del tema del mese dedicata all'uva, mentre quella che mi ha interessato meno è stata quella sul pesce azzurro.

martedì 9 ottobre 2007

Discorso di Steve Jods a Stanford, 12 Giugno 2005 - STORIA DUE

La mia seconda storia parla di amore e perdita.

Sono stato fortunato. Sono riuscito a fare, molto presto nella vita, qualcosa che amavo fare. Woz e io abbiamo fondato la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo 20 anni, Abbiamo lavorato come pazzi e dopo dieci anni la Apple da società di due persone, noi, era cresciuta fino ad essere un'azienda da 2 miliardi, con più di 4000 dipendenti. Avevamo lanciato sul mercato la nostra crezione più geniale - il Macintosh - soltanto da un anno e io ne avevo appena compiuti 30.

E' stato allora che mi hanno licenziato. Come fanno a licenziarti da un'azienda che hai fondato tu? Le cose sono andate così. La Apple cresceva, per questo avevamo assunto una persona che mi sembrava molto in gamba e che avrebbe dovuto guidare con me l'azienda. Durante il primo anno andò tutto bene, poi le nostre visioni del futuro cominciarono a divergere e alla fine rompemmo definitivamente.


Il consiglio di amministrazione decise di stare dalla sua parte. E cosi a 30 anni ero fuori. Molto pubblicamente fuori. L'unica cosa su cui avevo concentrato l'attenzione durante tutta la mia vita da adulto non c'era più. Ero distrutto. Per alcuni mesi non ebbi la più pallida idea di cosa fare. Mi sembrava di aver tradito le aspettative della generazione di imprenditori che mi aveva preceduto, di aver lasciato cadere il testimone proprio nel momento in cui me lo stavano passando. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e mi scusai con loro per aver rovinato tutto in quel modo. Il mio fallimento era sotto gli occhi del mondo, pensai persino di scappare, di sparire. Ma poi, lentamente, cominciò ad emergere qualcosa dentro di me: ero ancora completamente innamorato del mio lavoro. Quello che era successo alla Apple non aveva per nulla intaccato la mia passione. Ero stato lasciato, ma ero ancora innamorato. Decisi di ricominciare.

In quel momento non potevo ancora saperlo o vederlo, ma i fatti mostrarono poi che essere licenziato dalla Apple fu la cosa migliore che potesse capitarmi. La pesantezza del successo fu sostituita dalla leggerezza del principiante: nessuna certezza su nulla. Ebbi la libertà necessaria per entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.

Durante i cinque anni successivi fondai la NExT e la Pixar e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar creò il primo film di animazione al computer della storia, Toy Story, ed è oggi lo studio di animazione che ha più successo nel mondo. Con un'abile mossa, Apple acquisì NExT, io ritornai in Apple e la tecnologia che avevamo sviluppato in NExT è il cuore della rinascita di Apple. Infine, Laurene e io abbiamo una bellissima famiglia.

So con certezza che non sarebbe successo nulla di ciò se io non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina molto amara, ma credo il paziente ne avesse bisogno. Capita che la vita ti tiri una tegola in testa. Non bisogna perdere la fede. A spingermi, a continuare a farmi andare avanti, è stato l'amore per quello che facevo. Dovete trovare qualcosa che amate. Un lavoro che amate e una persona che amate. Il lavoro andrà a riempire una gran parte della vostra vita e l'unico modo per trarne soddisfazione è essere certi che si sta facendo un bel lavoro, producendo qualcosa di bello. Ma l'unico modo per produrre qualcosa di bello è amare ciò che si fa. Se non l'avete ancora trovato, continuate a cercarlo. Non vi accontentate. Come in tutte le questioni di cuore, quando lo troverete lo riconoscerete. E, come in tutte le relazioni che funzionano, le cose andranno sempre meglio con il passare del tempo. Continuate a cercare finchè non trovate. Non accontentatevi.

lunedì 8 ottobre 2007

Kuskusu (Meme: il mio cavallo di battaglia)

Da mangiare in compagnia, insieme agli amici del cuore, con la casa (bagno compreso) rischiarata da candele dalle tonalità della terra e in sottofondo la voce di Natacha Atlas. Si può iniziare a chiacchierare, sgranocchiando dei crostini di pane (in realtà sarebbero perfetti i Felafel, ma io proprio non riesco a farli, mi si sciolgono nell'olio bollente. Quindi qualsiasi consiglio su come evitare di rimanere con una poltiglia di ceci sarà più che ben accetto!) accompagnati dall'Hummus (una crema di ceci) e da una crema di melanzane grigliate. Dopo il cuscus, si può chiudere la serata con un budino di riso alla cannella e una scatola con le fotografie dei tempi della scuola.

Ingredienti per 3-4 persone:
200-250 gr di cuscus precotto (sì, confesso, ho sempre usato il cuscus precotto, ma mi sono ripromessa di cercare quello non precotto e, prima o poi, di comprarmi una cuscussiera)
400 gr di carne di agnello
100 gr di ceci secchi
1 cipolla
4-5 carote
3 zucchine
3 cucchiai di passata di pomodoro
olio
zafferano, curcuma, cumino, coriandolo

Preparazione
Mettere in acqua fredda 100 gr di ceci secchi (devono rimanere a mollo almeno 8-12 ore).
Trascorse le 12 ore, sciacquare i ceci sotto acqua corrente e metterli in una pentola con abbondante acqua (non salata). Dal momento dell'ebollizione, far cuocere (a fuoco basso) per 2 ore e poi salare.

Tagliate la carne di agnello a bocconcini. Versate un po' di olio in una pentola e fatevi imbiondire la cipolla tagliata a fettine sottili. Aggiungete la carne e lasciate rosolare per qualche minuto. Aggiungere i ceci (precedentemente scolati), le diverse spezie e un litro d'acqua circa. Lasciate cuocere per 30 minuti.

Aggiungete anche le verdure (carote e zucchine) che avrete nel frattempo tagliato a pezzi piccoli (regolate eventualmente di sale) e la passata di pomodoro. Lasciate cuocere per altri 30-45 minuti.

15 minuti prima della fine della cottura della carne e delle verdure, preparate il cuscus (aggiungete un cucchiaio di olio al cuscus e sgranatelo con la forchetta. Portate ad ebollizione 250 ml di acqua salata, spegnete il fuoco e aggiungete il cuscus. Sgranatelo nuovamente con la forchetta e lasciatelo riposare 10 minuti coperto. Sgranatelo.)

Disporre il cuscus al centro di un vassoio e contornatelo con lo stufato di verdure, agnello e ceci. Irrorate con il liquido di cottura dello stufato e servite.


Cat

venerdì 5 ottobre 2007

Pasta integrale, tofu al basilico, olive, pinoli e basilico



E' una pasta semplice, veloce e sana. Io ho utilizzato della pasta integrale perché secondo il mio gusto personale si sposa molto bene al resto degli ingredienti...naturali.



Mettete a cuocere la pasta in acqua salata, facendo attenzione ai minuti, in quanto la pasta integrale si scuoce molto più in fretta di quella al grano duro.
Mentre la pasta cuoce preparate il condimento, tagliando a dadini un panetto di tofu al basilico, delle olive nere meglio se denocciolate - io non le avevo- dei pinoli precedentemente saltati in padella con un goccio di olio e del basilico fresco tagliato a listarelle.
Condite il tutto con un goccio di olio di oliva extra vergine e saltate tutto qualche minuto insieme alla pasta prima di servire.

mercoledì 3 ottobre 2007

Per gli amici MdP

Vengo da una famiglia in cui ci si deve giustificare se non si possiede un robot da cucina. Sul piano di lavoro di mia mamma e di mia cognata, lui, non manca mai, sua altezza il Bimby. Eppure io proprio non ci riesco ad avere tra i piedi in cucina aggeggi elettrici. Mi basta un piccolo elettrodomestico che funge, a seconda dell'accessorio inserito, da frusta, da frullatore ad immersione e da tritatutto. Ma lui è innocuo, occupa solo un angolino della dispensa.
E tutto questo finché non è arrivata lei: la mia macchina del pane, per gli amici mdp.
Giu', l'altra metà di questo blog, mi ha decantato così bene tutte le qualità di questa micro panetteria che alla fine ho ceduto. Certo quando non la uso la ripongo nello sgabuzzino, ma ammetto che un posticino nel mio cuore l'ha preso.


E poi ho scoperto una cosa fantastica che farà inorridire i puristi (e anche la mia socia) del pane... Le farine della Lidl. Basta aggiungere la quantità di acqua indicata e il gioco è fatto!

Nella foto: Pane preparato con la farina Lidl per pane rustico tedesco (confezione rossa)

martedì 2 ottobre 2007

Crostata al cioccolato


Ingredienti per uno stampo da 26 cm
250 gr di farina 00
125 gr di burro
100 gr di zucchero
3 tuorli (oppure 1 tuorlo e 1 uovo intero)
1 pizzico di sale

150 gr di cioccolato fondente
1 dl di panna fresca da montare
1 uovo
qualche rametto di ribes
zucchero a velo

Preparazione


Setacciate la farina in una grossa ciotola (con un pizzichino di sale) e aggiungete il burro (io lo uso freddo di frigorifero tagliato a pezzettini piccoli). Impastate con la punta delle dita fino ad ottenere un composto dall'effetto sbriciolato. Aggiungete lo zucchero e le uova (toglietele dal fuoco un'oretta prima). Impastate fino ad ottenere una palla omogenea. Avvolgete nella pellicola trasparente e lasciate a riposare in frigo per almeno 30 minuti.

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato tritato con la panna. Lasciate intiepidire, unite lo zucchero e un uovo e amalgamate fino ad ottenere una crema liscia.

Stendete l'impasto in una tortiera da crostata (imburrata e infarinata), bucherrellatela con una forchetta e ricopritela con carta forno e fagioli secchi. Cuocete in forno per 20 minuti a 180°. Eliminate carta e fagioli e versate sulla pasta la crema al cioccolato. Rimettete nel forno per altri 15 minuti.

Lasciate raffreddare la torta e mettetela in frigo per un'oretta.

Decorate con i ribes (mettetene un mucchietto al centro) e spolverate con zucchero a velo.
Cat

lunedì 1 ottobre 2007

Il risotto della mensa



Tra i piatti che associo alla mia infanzia, due sono legati alla mensa scolastica: il risotto con gli spinaci e i magoncini.

Se ripenso a quell'ammasso di magoncini che mi venivano scodellati nel piatto, non credo che mi avventerei su di loro con lo stesso appetito di un tempo. Eppure allora erano uno dei miei piatti preferiti.

E poi c'era il risotto agli spinaci, che mangiavano anche i bambini che manifestavano una forte repulsione per qualsiasi tipo di verdura ad eccezione delle patatine fritte. In realtà non era proprio un risotto, ma piuttosto una minestra di riso, da mangiare rigorosamente con il cucchiaio. Io, invece, lo faccio un po' più asciutto.

Ingredienti per due persone:

160/180 gr di riso (o la quantità che usate solitamente per due persone)
biete o spinaci o erbette a piacere
1 o 2 uova
parmigiano reggiano o grana padano grattuggiati

Preparazione

Lavare le biete (o spinaci o erbette) e tagliarle a pezzetti.

Far bollire l'acqua.

Quando bolle salare e poi aggiungere le biete e, subito dopo, il riso.

Nel frattempo sbattere uno o due uova con abbondante parmigiano o grana grattuggiato.

Quando il riso è cotto, scolarlo e (a fuoco spento) aggiungere il composto di uovo e parmigiano. Mescolare bene e velocemente. Aggiungere altro parmigiano grattuggiato e un filo di olio extra vergine.

Torta di carote

Ingredienti per una teglia da 22 cm 80 g di burro fuso lasciato raffreddare 80 g di mandorle tritate con un cucchiaio di zucch...