domenica 30 settembre 2007

Che ci metto questa sera sulla frisella???

"Capolavoro della tradizione gastronomica pugliese, la frisella assomiglia ad una ciambella croccante.
Pare che le sue origini risalgano a circa il X sec. a.C., all’epoca della civiltà Fenicia, quando i mercanti durante le loro navigazioni erano soliti consumare ciambelle scure di grano ammorbidite con acqua di mare e insaporite con olio d’oliva.
La frisella è sopravvissuta nel corso dei secoli non solo grazie alla sua bontà, ma anche per ragioni economiche. In passato una pagnotta si conservava per oltre una settimana, e gli eventuali avanzi non venivano gettati, ma fatti abbrustolire nei forni o sulla brace del camino.
Al momento di essere consumati, questi tozzetti di pane erano inumiditi con una spruzzata d’acqua, e conditi con olio e verdure, oppure spolverati di zucchero."

Le friselle ci risolvono spesso le cene....io ne vado pazza! Ne mangio almeno due tutte le volte! In pochissimi minuti si riesce a mettere in tavola dei piccoli "capolavori" che fanno una gran scena e sono gustosissime!
Io da "padana" le ho scoperte da pochissimo tempo, ma la mia socia che si è sposata un pugliese è una vera maestra nei condimenti per le friselle....non solo, mi ha informata che oltre quelle tradizionali, se ne possono trovare anche di farina integrale, di farro e di soia!

Noi, dopo averle bagnate un pochino, le abbiamo condite con del pomodoro (precedentemente condito con olio, sale e pepe), cipolla tagliata fine, fettine di speck, fettine di sottilette, olive taggiasche e una bella grattata di parmigiano grattuggiato fresco.

giovedì 27 settembre 2007

8 FATTI CHE CI RIGUARDANO - MEME

Innanzitutto, ringraziamo Tulip per il suo invito a partecipare a questo MEME... il nostro primo meme!!

Le regole sono semplici: bisogna parlare di otto fatti, a caso, che riguardano se stessi, in un post dedicato, scegliere altre otto persone da taggare e dire loro che sono taggate (e, ovviamente, ricordarsi di postare le regole!).


1) Viaggi
Giu: esplorare, guardare, toccare, gustare, assaporare, sentire....viaggiare per me non è solo muoversi da un posto all'altro fisicamente ma vivere esperienze di altri diversi da me.
Cat: tutto ciò che è raggiungibile con un mezzo di trasporto che non sia l'aereo!

2) Libri

Giu: adoro leggere, leggo qualsiasi cosa. Adoro essere trasportata in mille mondi e far parte di tante storie. Leggere per me è rannicchiarmi sul letto o sul divano ed estraniarmi finalmente da tutto.

Cat: una che sul comodino anziché l'ultimo best-seller ha un libro di ricette.


3) Pizza

Giu: la pizza anche a colazione!!!

Cat: rigorosamente quella che si può mangiare tutta, cornicione compreso (leggasi: niente cornicioni secchi o bruciacchiati). In pizzeria, mezz'ora per leggere il menù e poi la scelta ricade sempre sulle solite: margherita, crudo (anche nella variante con rucola e grana) o cotto e zola.


4) Concerti

Giu: di concerti ne ho visti veramente tanti e di tutti i generi, ma ho un artista che seguo da quando ho 8 anni che mi fece conoscere mio fratello maggiore. Entrò in camera con una cassetta e mi disse: "devo farti ascoltare un cantante troppo forte!" e da allora non mi perdo niente di lui. Sono passati tanti anni e io ancora corro ai suoi concerti, oggi con mio marito, ieri con mio fratello. Lui è il grande Vasco Rossi.

Cat: la voce di Andrea Piccinino dei Cantori di Carpino.


5) Nutella

Giu: la Nutella non ha bisogno di commenti....è quella coccola che mi ha preso per mano da bambina e ancora oggi mi abbraccia quando ne ho bisogno.

Cat: su una fetta di pane bianco, tra due biscotti da inzuppare nel latte caldo o a cucchiaiate fino a cementare uno strato di cioccolato lungo le pareti della trachea.


6) Film

Giu: tutti i film di azione al cinema e Blu Notte alla televisione.

Cat: sul grande schermo il Cineforum del giovedì; a casa lo splendido Umberto D trasmesso da rai 3 a tarda notte o le commedie inglesi alla Hugh Grant.


7) Bambini

Giu: Vittorio è il punto debole della mia vita...è uno splendido cucciolotto di 11 mesi figlio di un'amica che per me è più di una sorella. E lui per me, è il mio bimbo. Non solo è il mio miracolo, è lui che mi ha fatto capire che si può amare qualsiasi bambino come se fosse tuo.

Cat: per i miei nipotini potrei anche vestirmi da Spiderman e arrampicarmi sulle tubature del mio condominio.


8) Adozione

Giu: ....l'adozione è, quasi, la conseguenza del punto precedente. E' un percorso che sto facendo con estrema gioia ma con tante paure e incertezze per poter un giorno poter abbracciare il mio bimbo che è da qualche parte che mi sta aspettando.

Cat: la mia cicogna impazzita che ha lasciato i miei bambini da qualche parte nel mondo. Del resto siamo tutti figli dello stesso mondo.


Abbiamo esteso l'invito a partecipare al MEME a:
sergiott; giovanna; gloricetta; yari; lory; Chiara e Fabrizio; Nico e Fabietto; Imma


martedì 25 settembre 2007

Torta ai mirtilli


E' una torta che va preparata il giorno prima poiché l'impasto deve riposare in frigorifero per 12 ore.

Ingredienti (tortiera da 24 cm)

Per la pasta:
320 gr di farina 00
2 uova
120 gr di burro
3 cucchiai di zucchero
6 cucchiai di latte
10 gr di lievito di birra sciolto in 0,5 dl d'acqua
sale

Per il ripieno:
300 gr di composta di mirtilli

Per la guarnizione:
qualche fogliolina di menta
30 gr di mirtilli
zucchero a velo q.b.
1 cucchiaino di gelatina di albicocche

Procedimento

Fate sciogliere nel latte (in un pentolino a fuoco basso) 100 gr di burro e lo zucchero, mescolando. Togliete dal fuoco e fate intiepidire. Quando è tiepido aggiungete il lievito di birra (che avrete precedentemente sciolto in 0,5 dl di acqua a temperatura ambiente o tiepida).
Mescolate a parte 300 gr di farina, un pizzico di sale e le uova. Poi aggiungere il composto di latte, burro, zucchero e lievito precedentemente preparato.
Lavorate l'impasto, compritelo e fatelo lievitare in un luogo tiepido per 30 minuti. Quindi lavorate ancora la pasta, copritela e tenetela in frigo per 12 ore.

Prendete una tortiera imburrata e infarinata (o rivestita con la carta forno). Stendete uno strato di pasta. Versatevi al centro la composta di mirtilli e stendetela lasciando libero 1 cm dal bordo. Coprite con la pasta rimasta, sigillando i bordi.

Fate lievitare il dolce in un luogo tiepido per 1 oretta e poi cuocetelo nel forno caldo a 180° per 45 minuti.

Nel frattempo preparate la guarnizione. Scaldate la gelatina di albicocche con 1 cucchiaio d'acqua, versatela sopra i mirtilli, lavati e asciugati, e mescolate.

Togliete il dolce dal forno, lasciatelo raffreddare e cospargetelo con lo zucchero a velo. Disponetevi al centro i mirtilli formando un grappolino decorato con le foglie di menta.

Cat

lunedì 24 settembre 2007

Discorso di Steve Jods a Stanford, 12 Giugno 2005 - STORIA UNO

Essere qui con voi oggi, alla cerimonia di laurea di una delle università più prestigiose del mondo, è un onore.
Io non sono laureato. In verità, non mi sono mai avvicinato tanto a una laurea come in questo momento. Oggi vorrei raccontarvi tre storie che riguardano la mia vita.
Niente di più. Niente di speciale. Soltanto tre storie.

La prima parla di PUNTI DA UNIRE.
Ho abbandonato il Reed Colege dopo sei mesi che lo frequentavo, ma sono rimasto in zona per altri 18 prima di andarmene del tutto. Perchè me ne sono andato?
Tutto è iniziato prima che nascessi. La mia madre naturale era una giovane studentessa di college non sposata e decise di farmi adottare. Voleva assolutamente che fossi adottato da una famiglia di laureati. Infatti il giorno in cui nacqui, era tutto organizzato in modo che io venissi accolto da un avvocato e da sua moglie.
Salvo che quando io decisi di nascere loro, improvvisamente, decisero di volere una femmina. E così, quelli che sarebbero poi diventati i miei genitori adottivi, che erano anche loro nella lista d'attesa, ricevettero una telefonata nel bel mezzo della notte e si sentirono chiedere: "Abbiamo qui un bel maschietto fuori programma, lo volete?". "Ma certamente", risposero loro. Ma poi mia madre naturale scoprì che mia madre adottiva non si era mai laureata e mio padre non aveva nemmeno finito le superiori. Si rifiutò di firmare le carte dell'adozione. Cedette soltanto qualche mese dopo, quando le fu promesso dai miei nuovi genitori che avrei frequentato il college.

17 anni dopo andai al college. Ma ingenuamente, scelsi un college costoso quasi come Stanford e per pagare la retta servirono tutti i risparmi dei miei genitori (una famiglia di umili lavoratori). Dopo sei mesi non trovavo alcuna ragione per cui ne valesse la pena.
Non sapevo assolutamente cosa fare della mia vita e avevo la netta sensazione che il college non mi avrebbe aiutato a capirlo. Però stavo spendendo tutti i risparmi di famiglia. Così decisi di lasciare il college, ed ero sicuro che sarebbe andato tutto bene. In quel momento ero abbastanza spaventato, ma adesso, guardandomi indietro, posso dire che fu una delle decisioni migliori della mia vita. Dal momento esatto in cui me ne andai potei smettere di frequentare le lezioni obbligatorie, quelle che non mi interessavano e cominciai a frequentare quelle che mi interessavano davvero.

Non era tutto rose e fiori. Non avevo un posto dove stare, dormivo sul pavimento in camera dei miei amici; raccoglievo e portavo indietro i vuoti delle bottiglie di Coca Cola, 5 centesimi l'una, e col ricavato mi compravo da mangiare. Ogni domenica percorrevo 7 miglia per attraversare la città e mi facevo un buon pasto al tempio Hare Krishna. Era fantastico. Tutto quello che ho incontrato inseguendo solo la mia curiosità e il mio intuito si è rivelato essere, in seguito, di enorme valore. Vi faccio un esempio pratico.

A quell'epoca al Reed College si teneva quello che probabilmente era il miglior corso di calligrafia del Paese. In tutto il campus qualsiasi cartello, anche la più piccola etichetta su un armadio, era bella, scritta benissimo a mano. Visto che avevo abbandonato gli studi e non dovevo più frequentare le lezioni obbligatorie, decisi di seguire il corso di calligrafia per impararne i fondamenti. E così scoprii che eseistevano i caratteri graziati e i bastoni, imparari che lo spazio tra le lettere che compongono una parola è variabile, imparai cosa rende grande una grande tipografia. Fu meraviglioso, era la scoperta di una prospettiva storica e sottilmente artistica, una dimensione che la scienza non poteva cogliere. Ne fui affascinato.

Niente di tutto ciò era immediatamente applicabile alla mia vita. Ma, dieci anni più tardi, mentre stavamo disegnando il primo computer Macintosh, mi fu assai utile. Ci mettemmo dentro proprio tutto questo nel disegnare il Mac. Era il primo computer che avesse una bella tipografia. Se non avessi fatto l'infiltrato in quel corso, il Mac non avrebbe avuto font proporzionali e font a larghezza fissa. E siccome Windows ha copiato da Mac, è probabile che oggi non li avrebbe nessun computer, se non avessi abbandonato il college, non avrei mai frequentato quel corso di calligrafia e i computer non avrebbero la bella tipografia che hanno oggi. Ovviamente non mi sarebbe stato possibile "unire i punti" mentre ero al college, intuendo allora quale sarebbe stato il fiuturo.
Ma tutto mi è apparso molto chiaro guardando indietro dieci anni più tardi.

E' così che funziona: non si possono "unire i punti" guardando avanti, si può farlo solo quando ci si guarda alle spalle. E bisogna avere fiducia nel fatto che in qualche modo i nostri punti si uniranno in futuro. Bisogna credere in qualcosa - intuito, destino, vita, karma, quello che volete. Questo approccio alla vita non mi ha mai tradito ed è proprio questo che ha fatto la differenza nella mia vita.

venerdì 21 settembre 2007

Pizza alle cipolle...ma non solo!

Adoro la pizza e, almeno una volta alla settimana, la mangiamo.
Poi, da quando ho la macchina del pane, l'impasto lo faccio fare a lei....mi spiace ammetterlo, ma ne guadagna decisamente in morbidezza, ma non solo, non sporco la cucina e ho più tempo per me!!! (che non guasta!)
La pizza per me è MARGHERITA, soprattutto quando esco a cena ma, a casa, mi piace sperimentare.
...e da quando abbiamo provato questa pizza cipollosa....metà impasto lo dedico sempre a lei!!!

Per la pasta:
600 gr farina (io ho usato la semintegrale)
1 panetto di lievito
4 cucchiai di olio
acqua q.b. (circa 250/300 gr)
sale

Affettare finemente 2 cipolle e soffriggerle con un pò d'olio a fuoco basso, quando avranno preso colore aggiungere dei pomodori pelati. Continuare la cottura, fino a quando si sarà addensato.
A questo punto aggiungere dei filetti di acciughe spezzettati, assaggiate e aggiustate di sale.
Stendete la pasta della pizza, versategli sopra il sugo di cipolle e aggiungete delle foglie di basilico, delle olive nere e un filo di olio.
Infornate a forno caldo a 220° per circa mezz'ora.

Metà impasto l'ho dedicato alle cipolle e metà alla pizza margherita, in versione moooolto ricca...;-)

giovedì 20 settembre 2007

Pane ai pomodorini secchi





La macchina del pane per me è una vera droga...oltre che una grande e preziosissima scoperta.

E' stato il regalo di Babbo Natale di 3 anni fa, da parte di una coppia di carissimi amici....i miei pazzi vicini di casa: Ugo e Uga!!! (Si..dai...è uno scherzo...lui si chiama davvero Ugo...ma lei no, ma a me piace chiamarli cosi sherzando ;-))





Quando ho aperto il pacco...non credevo ai miei occhi!!!! Dal giorno dopo ho iniziato a sfornare pane per tutto il condominio...dal pane, sono passata alla pizza....e poi giocare con le farine è stato un attimo!!!
E cosi, anche questo pane è pura invenzione. Si sa che, in realtà, nessuno inventa niente...

Per 800 gr di pane ho utilizzato:
300 gr farina "0"
200 gr farina "2" o semintegrale
300 ml acqua
10 gr di o.e.o.
10 gr di zucchero
10 gr sale
15 gr lievito
100 gr pomodorini secchi

Seguite le indicazioni della vostra MdP e poi dopo il beep (la mia lo fa dopo circa 1,40 h) aggiungete i pomodorini secchi tagliati a pezzettini.

Servite il pane a fette come aperitivo oppure con l'antipasto insieme a formaggi e salumi.
.....Vi assicuro che non ve ne pentirete!!!


martedì 18 settembre 2007

Sformato di orzo e verdurine con crema di ricotta



Sulla scia dello sformato di riso e spinaci che ho preparato qualche giorno fa, ho pensato di sperimentare questo altro sformato (questa volta parliamo di un plumcake) sempre tratto dal numero di maggio 2007 di Sale&Pepe.

A differenza dello sformato di riso, che aveva un gusto deciso e una consistenza croccante adatta anche per un picnic, lo sformato di orzo ha un gusto più delicato e una consistenza più morbida ed è più adatto per essere servito come primo piatto (al posto della solita insalata fredda di cereali). E' una pietanza relativamente leggera e, quindi, consiglio di abbinarla ad un dolce altrettanto fresco e leggero come, per esempio, una piccola bavarese di yogurt con salsa di mirtilli. E da sorseggiare, una Lurisia 6 del birrificio Le Baladin.


Ingredienti per 1 stampo da plumcake

130 gr di orzo perlato
1 zucchina (ca. 150 gr)
6 carote (ca. 150 gr)
100 gr di piselli
40 gr di parmigiano o grana padano
60 gr di emmentaler
3 uova
2 noci di burro
sale, pepe
noce moscata

Per la crema:
200 gr di ricotta
un limone non trattato
menta (la ricetta originale prevede finocchietto selvatico)
olio evo
sale

Procedimento

Dopo aver sciacquato l'orzo, mettetelo in una pentola con abbandonate acqua salata e fatelo cuocere per 35-40 minuti (guardate eventualmente le indicazioni riportate sulla confezione) dal momento dell'ebollizione. Scolate e lasciate intiepidire.

Tagliate a piccoli cubetti le zucchine e le carote.

Fate sciogliere una noce di burro in una padella e unite i piselli, le zucchine e le carote. Rosolate per 5 minuti circa. Salate, pepate e aggiungete poca acqua calda e fate cuocere per 10-15 minuti.

Togliete le verdure dal fuoco e mescolatele con l'orzo che nel frattempo si sarà intiepidito. Aggiungete i formaggi grattuggiati e un pizzico di noce moscata. Regolate di sale e aggiungete 2 uova intere e un tuorlo (la ricetta originale prevede tre uova intere). Mescolate bene. Infine incorporate delicatamente un albume montato a neve con un pizzico di sale.

Versate il tutto in uno stampo da plumcake foderato con carta da forno (bagnata e strizzata). Coprite con un foglio di alluminio e mettete in forno a 180° per 45 minuti. Trascorsi i 45 minuti, togliete il foglio di alluminio e proseguite la cottura per altri 20 minuti. Togliete dal forno e lasciate intiepidire prima di affettarlo.

Per la crema: mescolate la ricotta con la buccia grattuggiata di mezzo limone, un po' di menta spezzettata (o finocchietto selvatico), sale, pepe e un filo d'olio.

Affettate lo sformato e servitelo accompagnato dalla crema (potete riempire una ciotolina e poi ribaltarla nel piatto in modo da creare una cupolina. Poi guarnite con un pezzettino di buccia di limone e qualche fogliolina di menta).
Cat

lunedì 17 settembre 2007

Involtini al vino rosso


Questi involtini sono nati assolutamente per caso...ancora di più l'associazione col vino...rosso! Ma, aprendo il frigo e volendo fare degli involtini, l'unica farcitura possibile era lo speck....e quindi bagnarli col vino rosso mi sembrava un'ottima idea!
Provare per credere!!!

Prendere delle fettine di vitello, batterle un pochino e stendergli una fettina di speck, una sottiletta fila e fondi e una foglia di salvia. Girarle su se stesse a formare un involtino e fermarli con lo stuzzicadente.

Cuocere gli involtini a fuoco lento in un wok con un pochino di olio e rosmarino, girarli finchè assumeranno un colore uniforme su tutti i lati. Salare e pepare a piacere.

Dopo alcuni minuti, sfumare con del buon vino rosso corposo (io ho usato un vino di Luni Riserva) fino a che gli involtini ne prenderanno il colore. Scoperchiare e cuocere a fuoco vivace.

Servire gli involtini accompagnati a dei pomodorini a ciliegia e, a piacere, della rucola saltata in padella col sugo degli involtini. Oppure dei pomodorini caramellati o al forno!

sabato 15 settembre 2007

Sformato di riso e spinaci


Questa ricetta l'ho presa dal numero di maggio (2007) di Sale&Pepe (ho apportato solo qualche modifica).

Io l'ho servita come primo piatto, ma devo dire che è proprio un peccato mangiarla con la forchetta! Meglio tagliarla in generosi quadrotti e afferrare la propria porzione con le mani stando comodamente sdraiati per terra in uno degli ultimi pic-nic settembrini.

Ingredienti per 6-8 persone

400 gr di riso Arborio
spinaci (mmm, non li ho pesati, sono andata ad occhio, diciamo che quando sono cotti e strizzati devono riempire una mano. La ricetta originale prevede 3 mazzetti di borragine)
2 mazzi di cipollotti
120 gr circa di prosciutto crudo
200 ml di panna da cucina
3 uova (la ricetta originale ne prevede 4)
100 gr di parmigiano grattuggiato (io ho fatto ad occhio)
20 gr di burro
olio
sale

Procedimento

Lavate gli spinaci e lessateli per qualche minuto in una pentola con acqua bollente salata. Poi scolateli, strizzateli (io prima li ho fatti raffreddare) e sminuzzateli con il coltello.
Lessate il riso finché non è cotto (ca. 12 minuti). Scolatelo e conditelo con 80 gr di parmigiano, gli spinaci, la panna, le uova e un pizzico di sale. Amalgamate bene il tutto.
Tagliate i cipolloti (potete farlo mentre cuoce il riso), tagliate a listarelle il prosciutto e metteteli in una padella con un po' di olio. Fateli rosolare per qualche minuto (nella ricetta originale il prosciutto viene rosolato da solo mentre i cipollotti sono solo scottati.)
Rivestite con carta da forno una teglia a bordi alti piuttosto grande, stendete un primo strato di riso e compattate con il cucchiaio.
Proseguite con uno strato di cipollotti e prosciutto, un altro di riso, un altro di cipollotti e prosciutto e terminate con il riso.
Cospargete con abbondante parmigiano e burro a fiocchetti.
Cuocete nel forno caldo a 200° per 40 minuti.

Lasciate raffreddare una decina di minuti prima di servire.


Ottimo anche freddo!
Cat

Ciambellone bicolore (da inzuppo)


Quattro sono le torte della mia infanzia: la Torta del mio Compleanno, la Torta della Madonna, il Busslàn e il Ciambellone bicolore.

La Torta del mio Compleanno e la Torta della Madonna sono torte che mia mamma faceva (veramente quella della Madonna la fa ancora) una volta all'anno rispettivamente per il mio compleanno e per quello di mio fratello.

Il Busslàn e il Ciambellone bicolore, invece, sono due torte "da inzuppo" nel latte (il Busslàn anche nel vino).

Parto, quindi, con la ricetta più semplice: quella del Ciambellone bicolore da inzuppo.

Ingredienti:

500 gr. di farina 00
300 gr. di zucchero
130 gr. di burro
180 gr. di latte
4 uova
1 bustina di lievito
cacao amaro q.b.

Procedimento
Mescolare, con un cucchiaio, lo zucchero con i tuorli, fino ad ottonere un composto chiaro e spumoso.

Aggiungere la farina setacciata con il lievito, il burro (sciolto e raffreddato) e il latte. Mescolare bene il tutto.

Montare gli albumi a neve ben ferma e incorporarli al resto della preparazione, lentamente, con un cucchiaio di legno e con un movimento dal basso verso l'alto.

Dividere il composto in due parti ed aggiungere il cacao ad una delle due parti finché il composto non diventerà scuro.

Imburrare e infarinare uno stampo per ciambelle e distribuire il composto nello stampo alternando i due colori.

Spolverare la superficie con un po' di zucchero.

Infornare nel forno già caldo (170° C ) per 40 minuti.

Cat

Authority of the Summer

Allo scoccare della mezzanotte di domani, 16 settembre, scade il termine entro il quale poter inviare le foto per partecipare al contest Authority of a Summer, concorso che premierà la foto più bella dell'estate.
L'autore della foto più bella si aggiudicherà una Samsung Digimax i6 messa in palio da Rebelio, mentre il miglior fotografo si porterà a casa il libro Fotografia RAW con PhotoShop offerto da Apogeo .

Ben consapevoli che "l'importante è partecipare", come ricorda lo stesso Samuele, ecco le foto che abbiamo inviato:






























































martedì 11 settembre 2007

Polpettone vegetariano

Mi è venuta l'idea di questo bel polpettone perchè mi sono stati regalati un pò di prodotti freschi freschi e appena colti dall'orto di un amico. E' un polpettone assolutamente vegetariano, forse un pò insolito...non so, ma senz'altro gustoso.
E' anche un bel modo per far mangiare a tutti un pò di verdura.
Secondo me potete anche aggiungere qualche altra verdura...ma lascio a voi la sperimentazione...però poi fateci sapere, mi raccomando!!!! ;-)

500 gr. di fagiolini
2 o 3 belle patate
parmigiano q.b.
1/2 bicchiere di latte
2 uova
maggiorana e prezzemolo
aglio e cipolla
olio evo, sale
pangrattato

Far bollire le patate e, dopo alcuni minuti, aggiungere i fagiolini spuntati e lavati. Nel frattempo fare un bel soffritto di olio, cipolla tagliata a fettine e uno spicchio di aglio (a piacere-che poi toglierete). A cottura ultimata, aggiungete al soffritto sia i fagiolini che le patate.
Fate insaporire bene e poi travasate tutto in una capiente ciotola (ricordatevi di togliere lo spicchio di aglio!). Schiacciate con la forchetta le patate, aggiungere quindi olio e sale (assaggiate prima!), il parmigiano (almeno 3-4 cucchiai), il latte, una manciata di maggiorana ben tritata, prezzemolo e le uova. Amalgamate bene il tutto e assaggiate.
Ungere uno stampo e cospargere di pangrattato, disporre il polpettone e poi cospargere la superficie con abbonadnte pangrattato.
Far gratinare in forno.
Vi consiglio di non mangiarlo caldo appena sfornato...lasciatelo raffreddare un pò.

domenica 9 settembre 2007

Crèpes dolci e frittelline di ceci

....Mi dispiace per voi, ma queste due meravigliose e velocissime ricette sono macrobiotiche. Il mio non è, ahimè, uno stile di vita rigorosissimo ma, essendo molto golosa e curiosa ho ad un certo punto iniziato a "mettere il naso" in ingredienti nuovi e da qui sperimentare è stato un attimo.
In pochissimi minuti farete queste crèpes, sia nella versione dolce che in quella salata (con i ceci)...e, vi assicuro, non potrete più farne a meno.

Crèpes dolci
1 tazza di farina di saraceno, 1 tazza di farina 0, mezzo cucchiaino di sale, 1 tazza di latte di riso, 1 tazza di succo di mela, 1 cucchiaio di olio di oliva o mais e 2 cucchiaini di lievito per dolci.
Mescolate le farine e il sale. A parte versate i liquidi e poi unirli alle farine fino ad ottenere un impasto abbastanza liquido.
Lasciare riposare in frigo un'ora, dopodichè cuocere le crèpes servendosi di un piccolo mestolo, in una padella antiaderente leggermente unta.
Servitele con creme varie o marmellate.

Frittelline di ceci
1 tazza di farina di ceci, 1 pz di sale, 2-3 cucchiai di olio di oliva, acqua q.b.
Stemperare la farina di ceci nell'acqua mescolando con una frusta senza lasciare grumi, aggiungere il sale e l'olio.
Lasciare riposare almeno un'ora e cuocere come le crèpes.
Servitele farcite con fettine di prosciutto o formaggio o quello che vi pare. (Anche senza farcitura sono buonissime)

sabato 8 settembre 2007

Plumcake salato



Una ricetta di facile preparazione per un plumcake che non può mancare nel vostro cestino da pic-nic. Oltre al plaid scozzese, al cappello a tesa larga, al libro Amiche per la pelle (Laila Wadia, edizioni e/o), vi consiglio di portare con voi: un contenitore ermetico con il tabulè (cuocete il burghul e quando si sarà raffreddato aggiungete menta, pomodorini, feta e olio), dei tramezzini (stendete sul pane per tramezzini la ricotta frullata con il basilico, aggiungete del prosciutto arrosto e delle fettine sottili di pomodoro), una torta salata (per esempio una torta di patate) e una torta al cioccolato.


Ingredienti per un plumcake salato (4-6 persone):

200 gr di prosciutto cotto tagliato a cubetti
150 gr di farina bianca 00
100 gr di gruviera
50 gr di ricotta
50 gr di burro
5 cucchiai di parmigiano o grana padano
una manciata generosa di olive verdi snocciolate
4 uova
1/2 bicchiere di vino bianco
1/2 bustina di lievito
sale e pepe

Lavorate con la frusta la ricotta e il burro finché non avrete ottenuto una crema omogenea.
Aggiungete i tuorli, il vino, la farina, il formaggio grattuggiato (parmigiano o grana), il gruviera a scaglie, il sale, il pepe, il prosciutto a cubetti, le olive tagliate a metà e il lievito. Mescolate bene il tutto.
Versate il composto ottenuto in uno stampo da plumcake imburrato e infarinato.
Infornate a 200°C e cuocete per 45 minuti.
Sfornate e lasciate intiepidire.
Consiglio di servirlo già affettato (avendo la cura di infilare un piccolo tovagliolino tra una fetta e l'altra).
Cat

mercoledì 5 settembre 2007

Pane frattau

Inauguriamo l'archivio delle ricette con un piatto unico della tradizione sarda. Questa volta non daremo le quantità perché è una di quelle ricette che si può fare "a occhio". Non storcete il naso, anche a noi piacciono le ricette precise in cui viene spiegato tutto passo a passo, ma sappiamo anche che a tutte le donne a volte piace cucinare "così come viene". Dunque per prima cosa occorre preparare il ragù (più avanti inseriremo alcune ricette di ragù) nella quantità che più si preferisce. Poi si preparano le uova in camicia (acqua acidula bollente, con il mestolo si crea un piccolo vortice nell'acqua e si versa delicatamente l'uovo sgusciato. Pochi istanti e con una schiumarola si toglie l'uovo dall'acqua. Ricordatevi di cuocere un uovo per volta e di calcolare un uovo per ogni commensale). Poi si prende un disco di pane carasau (si trova più o meno in qualsiasi supermercato vicino al banco pane) o un disco tagliato a metà, lo si bagna velocemente sotto l'acqua corrente, lo si adagia nel piatto, lo si ricopre con un mestolino di ragù, una spolverata generosa di pecorino e, infine, si adagia sopra l'uovo in camicia.
Noi l'abbiamo abbinato a una birra rossa, doppio malto (709. Birrificio Lodigiano).

martedì 4 settembre 2007

Oggi, martedì 4 settembre, quando il sole dell'estate accarezza ancora le nostre spalle arrossate e il vento fresco del prossimo autunno ci intreccia i capelli, noi, amiche afrodite, poniamo la prima pietra miliare del nostro blog, che ci impegnamo a riempire di profumi, sogni e sapori.

Torta di carote

Ingredienti per una teglia da 22 cm 80 g di burro fuso lasciato raffreddare 80 g di mandorle tritate con un cucchiaio di zucch...